lunedì 26 gennaio 2015

Sono i grandi uomini a fare gli uomini grandi: Mario Francese

Oggi è il 36' anniversario dell'omicidio del giornalista Mario Francese, assassinato dalla mafia il 26 gennaio 1979 a Palermo.

Un messaggio di grande coraggio della verità che Mario Francese ci ha trasmesso, esempio infinito per tutte le generazioni di uomini e donne.

Vicino col cuore alla famiglia Francese, a tutti i familiari di vittime della mafia, ed a tutti i cittadini che del coraggio della verità, della legalità e della giustizia, fanno il loro percorso  di vita.

Perché sono i grandi uomini come Mario Francese che fanno gli uomini grandi. 

giovedì 22 gennaio 2015

"Vaffa-reloaded": ma davvero ne abbiamo bisogno?



Lo aveva sdoganato una canzone, che a suo tempo forse aveva anche una ragion d'essere in virtù delle motivazioni retrostanti addotte dall'autore.

Ne aveva fatto un cavallo di battaglia della sua campagna elettorale un famosissimo comico genovese  con tanto di "vaffa day", e "Vaffa" un po' dappertutto

Ed ora, come per incanto, ci viene riproposto da un rappresentante rampante di uno schieramento politico, come una sua grande bandiera, questo sano e liberatorio

vaffanculo!

Si "vaffa" ma a chi? 

Cioè forse alla stessa classe politica di cui fa parte, o solo ad una parte di essa, o solo ad alcune Istituzioni, o forse a parte di organismi Istituzionali. Insomma, un sonoro "Vaffa-reloaded" a cui francamente avremmo fatto a meno di voler assistere, almeno io.

Allora io mi chiedo se realmente di questi "vaffa" noi Italiani ne abbiamo bisogno. 

Di questa saga del sensazionalismo a tutti costi, come se alzare i toni sia diventato l'unico modo per farsi ascoltare, contrario a famosi detti che invece hanno sempre predicato il contrario, e cioè che per farsi ascoltare serve abbassare la voce invece di alzarla.

Noi non abbiamo bisogno di "vaffanculo", abbiamo bisogno di una politica meno urlata e più concreta, e se urlata, che si urlino i diritti, come faceva la politica dei Berlinguer, a cui io mi ispiro sempre, se devo trovare un riferimento.

Abbiamo bisogno di una politica raccontata più nelle aule del parlamento, meno sui mass media o sui social, che parli di fiducia nelle Istituzioni, di speranza di rinascita di questo paese.
Siamo di fronte ad un momento storico unico ed importante, da un lato la crisi che stenta a finire, dall'altro i venti di terrorismo che sempre di più minacciano la serenità e la ripresa delle economie mondiali.

Povertà che coglie soglie davvero impressionanti, i dati Istat, Caritas ne sono testimonianza, disoccupazione, corruzione, mafia, criminalità organizzata, femminicidio, violenza, guerre e terrorismo, tutti aspetti che ci toccano da vicino, direttamente o indirettamente. 

Lo ha detto Obama, nel suo discorso allo Stato dell'Unione: abbiamo due strade, una è quella di generare ricchezza per poche persone, e l'altra è quella di allargare la base sociale, con il contributo di tutti, per creare obiettivi comuni di crescita, unica strada per la resilienza e la sostenibilità del futuro delle economie.

E di fronte a queste parole, in un discorso che io giudico storico, serve che i politici facciano una riflessione ampia sulla necessità di una politica dell'inclusione sociale, una politica garantista, che assicuri la sicurezza dei cittadini in tutte le sue forme, che definisca regole eque, giuste e condivisibili, che della diversità di razza crei un'opportunità, e non un problema, che la povertà sia al centro delle agende politiche, non di quelle dei discorsi nelle televisioni o nei social.

I recenti accadimenti di Charlie Hebdo ci hanno fatto capire quanto sia necessaria un'Europa unita, che racconti una storia di integrazione fra nazioni, e che possa trovare sempre di più elementi in comune, al posto di trovare differenze.

Serve una politica convinta, non convincente. Serve però un'Italia unita, per pensare ad un'Europa unita. E su questo siamo ancora lontani. 

E quei "vaffa" fanno male a quest'unità di intenti, alla politica stessa, che ha invece bisogno di confronti costruttivi, di opposizioni concrete che escano dal semplice personalismo di criticare il singolo, ma riescano davvero a trovare le debolezze nelle attività governative, facendole emergere e portando soluzioni alternative. 

Ma una doverosa analisi di coscienza la dobbiamo fare anche noi cittadini, noi "contribuenti", che spesso della politica del "vaffa" facciamo uso, in maniera sterile, senza produrre nessun effetto consequenziale, ma limitandoci a criticare sonoramente scelte e opinioni.

Vero, non abbiamo molti strumenti se non quello della cabina elettorale, e fino a che non viene varata una nuova legge elettorale, ci sentiamo impotenti di fronte alle scelte della politica. Tutto vero.

Ma forse per questo ci siamo abituati a gestire crociate mediatiche, social e quant'altro manifestando il nostro dissenso, disappunto, anche violentemente, largamente legittimo, ma forse senza concreti risultati. E su questo nostro disappunto, quei "vaffa" sono strumentalmente sintonizzati, per toccare quelle precise frequenze.

E talvolta ci dimentichiamo di quanto possiamo invece essere utili, il contributo che possiamo dare a livello di quartiere, di circoscrizione, di comprensorio, di parrocchia. C'è tanto bisogno di assistenza. Sono fermamente convinto che la rinascita di questo nostro paese debba necessariamente passare attraverso il senso comune di solidarietà sociale, l'innovazione sociale. Iniziative collettive od individuali che veicolino energie nei confronti delle situazioni più disagiate e facciano network, osservatori che possano portare all'attenzione casi da sostenere, situazioni che necessitano di un contributo. Anche questo è manifestare, il dissenso, catalizzare energie negative per trasformarle in sorgenti positive.

Non saranno le Istituzioni a poter fare il miracolo risolvendo tutto dall'alto, serve che tutti ci attiviamo, sia con iniziative sociali di solidarietà ed inclusione, sia con comportamenti proattivi nei confronti delle regole.

Allora, di fronte ai "vaffa" della politica, ma anche ai "vaffa" di tutti coloro che si limitano a questi, io  provo a rispondere con stile, cercando di fare un elenco di quello che mi aspetto dalla nostra politica, sottovoce:
  • che venga scelto un Presidente della Repubblica garante delle Istituzioni, della Costituzione, e che sappia comunicare ai giovani un messaggio di Patria, Nazione, Società e Legalità
  • che si approvi una legge elettorale che realmente ci consenta di eleggere i nostri rappresentanti
  • che povertà ed emarginazione siano prioritarie nell'agenda del governo, con soluzioni concrete di inserimento sociale e creazione immediata di centri di accoglienza e consultori per le persone disagiate ed i senzatetto
  • che vengano promossi programmi di inserimento nel mondo del lavoro a livello europeo affinchè il problema dell'occupazione possa essere condiviso anche con gli altri stati membri 
  • che la lotta alla mafia, alla corruzione ed alla criminalità organizzata venga rafforzata con la creazione di strutture sempre più specializzate: che si intervenga concretamente nei territori dove ci sono le più grosse manifestazioni del fenomeno mafioso come la Terra dei Fuochi, vergogna italiana
  • che si operino nel continuo ricerche di soluzioni contro l'evasione fiscale, ma che allo stesso tempo si lavori per cercare soluzioni fiscali che consentano allargamento della base occupazionale, stimolo alla nascita di aziende nuove, le c.d. Start Up con leggi ad hoc e sgravi fiscali
  • che venga varata una legge strutturata contro il femminicidio, che definisca nuovi ruoli delle questure/commissariati per l'accoglimento delle denunce, che sostenga i centri antiviolenza come parte dell'assistenza sanitaria, che riveda le pene da comminare in maniera restrittiva per chi commette reati di violenza sulle donne, già dalla prima denuncia
  • che cultura, istruzione, mestieri, arti e patrimoni culturali della nostra Italia possano essere sempre al centro delle iniziative governative
  • che si disciplinino le unioni di fatto, le unioni Gay, affinché ci sia garantismo e tutela
  • che vengano promosse iniziative a vantaggio dei comuni per la costruzione o individuazione di soluzioni per l'assegnazione di case popolari, con graduatorie eque
  • che i lavoratori possano essere tutti uguali: dipendenti e partite iva devono avere stessi diritti
  • che la Legalità e gli esempi che la hanno rappresentata trovino nelle scuole programmi di divulgazione specifici al fine di instillare da subito il senso dello Stato, delle Istituzioni
  • che nei palinsesti Nazionali della Televisione Pubblica, vengano promossi programmi di divulgazione dei temi di mafia e resistenza alla mafia, per combattere il silenzio assordante che regna sovrano attualmente, perché nel silenzio la mafia si rafforza
  • che sia la politica di tutti, e che possa davvero fare del bene al Paese
Ora il "vaffa" era solo uno stimolo ad una riflessione, che troverà compimento quando anche voi continuerete nei commenti al blog, la lista da me iniziata, o inserirete spunti ulteriori di riflessione, magari anche contrastanti, che sono quelli che arricchiscono di più.

Milano, 22 gennaio 2015




lunedì 5 gennaio 2015

Ciao Pino


Voglio ricordarti così, felice, con i tuoi musicisti di sempre, i tuoi amici, mentre ci fai sognare a Milano, nel tuo ultimo concerto.











Un concerto dove ci hai regalato tanta magia, un sogno che resterà per sempre scolpito nel cuore.

Sono cresciuto con te, con le tue canzoni, colonna sonora di tante avventure della vita, e insegnamento artistico che mi ha forgiato musicalmente e che ha consentito di percorrere nuove armonie e melodie, imparando a scoprire territori inesplorati che solo tu, con la tua caratteristica, ci hai saputo insegnare. Serate passate ad ascoltare i tuoi brani, a scoprire le parti della chitarra, del piano, sempre con la tua ricerca di percorsi nuovi, sempre con musicisti che ci hanno arricchito, spesso che ci hai fatto conoscere tu, proponendoli nei tuoi dischi.


Non posso dimenticare la parentesi meravigliosa con Richie Havens, che ha segnato una pietra miliare nella musica soul, e che ancora oggi, a riascoltare quelle canzoni, sembrano più attuali che mai

Tutti i musicisti con i quali hai collaborato, immensi, hanno segnato un momento storico musicale di grande importanza, ognuno con il loro contributo, proprio per quella ricerca, quella fusione di generi musicali che si sono sempre compenetrati, dando origine a canzoni indimenticabili, uniche.

E ci hai saputo guidare verso i percorsi dell’umiltà, perché nel tuo insegnamento musicale c’è stata sempre quell’apertura al nuovo, alle nuove conoscenze, sempre con un passo indietro rispetto alla musica stessa, che hai sempre rispettato, ed alla quale hai donato tanto.

Umiltà che ha avuto la massima espressione nell’incontro con Massimo Troisi, quella meravigliosa collaborazione che oggi, in ogni suo aspetto, musicale, di immagini o siano esse semplicemente parole, emoziona profondamente.

Con le varie band con cui ho suonato, con le tue canzoni siamo diventati musicisti, abbiamo sempre provato e riprovato i tuoi pezzi per cercare, anche noi sempre con grande rispetto ed umiltà, di rendergli il giusto tributo, sempre con la grande paura di rovinarli, di non rendere loro merito.
Ma spesso ci siamo riusciti, perché in fondo li abbiamo sentiti sempre un po’ nostri.

Quei brani,  nel suonarli, ci hanno fatto sempre sognare, ci hanno fatto davvero sballare.

E questo è il regalo, che io mi porto dentro, è il dono più bello che sarà indistruttibile,  l’insegnamento più indelebile, la musica del cuore.

E poi ci sono le parole, le tue parole, nei racconti dell’amore, che è stato sempre presente, un amore sincero, come in “Dubbi non ho”, nei racconti di malinconia, come “Alleria”, nelle esplorazioni profonde della natura umana come in “Anima”, ed infinite altre, insieme all’amore raccontato per la tua città, la tua gente, la tua terra, racconti di bellezza, con poesie in musica che sono state delle vere opere d’arte, e che ci hanno incantato. Ma anche le  contraddizioni di quella terra, sofferenze e ingiustizie, che hai raccontato attraverso le tue canzoni, con il coraggio della verità, e con la forza della dignità, in canzoni come "Voglio di più", con un verso durissimo ed emblematico, che recita "...ed ho visto morire bambini nati sotto un accento sbagliato...".

C’è tristezza profonda, oggi, per averti perso, e felicità nel cuore per aver potuto fare, in questa mia vita, un percorso insieme, attraverso la tua musica, la tua umiltà, e le tue parole,  che hanno fatto di me un musicista ed un uomo migliore.

Milano, 5 gennaio 2015