martedì 31 maggio 2016

Siamo malati di indifferenza

La foto di un pallone, abbandonato su una spiaggia. 

Un pallone che è stato sicuramente un compagno di giochi di tanti bambini e ragazzi, e che oggi è li, su quella spiaggia, abbandonato.

Se fossi stato indifferente, lo avrei lasciato li, perché per me sarebbe stato solo un vecchio pallone, portato dal mare, abbandonato o disperso. 

martedì 17 maggio 2016

Anti-mafia e Anti-Gomorra emulazione o consapevolezza?


Io preferisco Gomorra che mi sbatte in faccia la realtà, alle ipocrisie di tanti che imputano ad una fiction, compreso il primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris, di essere responsabile di creare emulazione. 

Gomorra che mi porta ad una consapevolezza viscerale, ad una ricerca di legalità necessaria, e non retorica.

Ma quale emulazione? 

domenica 8 maggio 2016

Ranieri, il Leicester e "The GodFather"

Il sogno di Ranieri è stata una favola calcistica moderna.

Aver regalato il campionato alla piccola squadra del Leicester è stata una grande vittoria fatta di grandi valori e di unità, di spirito di sacrificio.

E tutti noi italiani, chi da sempre, chi come sempre sul carro dei vincitori, chi all'ultimo momento abbiamo gioito profondamente per Claudio Ranieri e la sua impresa, che resterà nella storia.

mercoledì 4 maggio 2016

Caro Corrado Augias le tue parole sulla piccola Fortuna Loffredo non si possono accettare

Propongo il video dell'intervista di Corrado Augias a Di Martedì condotta da Giovanni Floris di ieri 3 maggio 2016 a proposito dell'omicidio della piccola Fortuna Loffredo:



"...la guardi bene, guardi come era atteggiata, e come era pettinata, e come aveva i boccoli che cadono, questa qui è una bambina che a cinque o sei anni, si atteggia come se ne avesse sedici o diciotto..."

Ecco Corrado Augias: queste tue parole non si possono più accettare.

Non si può più accettare che si cerchi sempre l'attenuante generica nei confronti di mostri come Raimondo Caputo accusato di averla ripetutamente violentata ed all'ennesimo rifiuto gettata dal balcone come se fosse un qualsiasi pupazzo.

Non si può più accettare tanto meno su una bimba di 6 anni che possa essere considerato provocante il modo di atteggiarsi o di vestirsi, o tanto più come Lei cita, di pettinare i capelli. 

Quello che stride oggi sono le sue parole, che si annoverano nell'ennesimo becero tentativo di dire che è la donna che provoca. 

Non bastano le centinaia di femminicidi, perpetrati da uomini che considerano la donna un animale da macello, buono per soddisfare solo i propri istinti, e sottostare a dispotiche e degradanti pratiche ossessive di gelosia e maltrattamenti.

Non bastano le centinaia di bambini e bambine sottoposte a violenze sessuali di pedofili che se ne approfittano, e che operano adescaggi, spesso senza neanche vederle in faccia, ma soltanto via web. 

Ed allora dove sta la dignità di queste donne, bambine, madri e figlie nelle sue parole?

Come può un uomo della sua levatura sociale, della sua cultura poter pensare e proferire delle parole così offensive per la dignità umana?

Come può attraverso le Sue parole sdoganare ed abilitare comportamenti criminali come quelli perpetrati ai danni della povera Fortuna.

Ma quando Lei ha detto che aveva 6 anni, si è reso conto di cosa vuol dire? Ma una bambina a 6 anni può essere provocante, atteggiata e indurre un uomo a perpetrarle una violenza continuativa e ucciderla gettandola da un balcone, solo perché provocato nei suoi istinti più maschi e reconditi?

Quell'uomo caro Corrado Augias, se condannato sarà stato un mostro pedofilo omicida e criminale. 

E non ci potranno essere mai parole come le sue che potranno giustificarlo. 

Perché nessuna violenza su un bambino può trovare alcuna giustificazione.

Perché nessuna violenza su nessuna donna può trovare giustificazione.

Dott. Augias, la invito vivamente a chiedere profondamente ed umilmente una sola cosa:

scusa.