Ho respirato gli odori dell'elicriso della mia Sardegna nel racconto del profumo di liquirizia selvatica, ed ho ricordato le estati passate in campagna, fra mungiture e preparazioni del formaggio, quelle ad ascoltare musica col radione sulla spiaggia, e quella da militare, con il walkman unica salvezza in branda. Francesca Barra ha scritto un racconto di un'attualità dirompente, che parla di amore, di radici e di famiglia, ma anche di giovani e delle loro insicurezze, quelle del nostro tempo.
La storia delle tre sorelle Timpone, e la loro saga famigliare, rappresenta la grande verità di gran parte del nostro Paese, il contrappunto Nord e Sud raccontato con grande armonia, e soprattutto con grande rispetto. La fragilità dell'amore e la forza della famiglia sono le colonne portanti della storia, appassionante e travolgente. I Cugini del nord e le loro modernità si scontrano e soccombono alla bellezza delle cose semplici, dove il wi-fi e la 3G sono sostituite dalle chiacchierate spassose e dalle emozioni profonde dei primi sguardi e degli amori estivi, dalla scoperta dei colori e dei profumi della terra del sud, fino a quel momento, sconosciuta.