domenica 12 luglio 2015

DYSTOPIA: Storia di ordinaria sopravvivenza

Per mio figlio, per finzione cinematografica, per un video che ha partecipato al Premio Artistico Boccioni 2015 il cui tema  era 

"f r a g m e n t a" 

“… cogliere l’attualità come rovescio dell’eterno nella storia, e prendere l’impronta di questo lato nascosto della medaglia”

“… esiste un appuntamento misterioso tra le generazioni che sono state e la nostra.”
Quel che conta è la bontà non la bellezza
… “frammentarietà”: il frammento come carattere specifico della modernità, ma anche come modalità di scrittura testuale. Smarrita l’unità originaria, la cultura occidentale si ritrova smarrita a interrogarsi sul senso che assume la vita e la verità all’interno dello spazio delle grandi metropoli, dell’avvento di nuovi mezzi di comunicazione, della diffusione radicale del consumismo industriale. 

classificandosi al nono posto, ho finto di essere un "sopravvissuto".


Sopravvissuto ad un mondo che per finzione deriva verso l'autodistruzione, il completo annientamento, come narra il soggetto del video:

"...se l'obiettivo di ogni specie è l'autoconservazione, come genere umano abbiamo sbagliato tutto. L'Uomo: una creatura tanto intelligente quanto innatamente stupida...

...così profondamente divisi da non comprendere l'ossimoro che ha caratterizzato l'ideale di civiltà fin dall'alba dei tempi: razionalmente abbiamo sempre puntato all'unità, ma non ci siamo mai resi conto di essere naturalmente portati alla frammentazione".

Ed allora penso a quanto la finzione della sceneggiatura sia oggi, nel presente di oggi, la realtà.

Un mondo che fa difficoltà a riconoscere una direzione, che non conosce più equilibri sociali, economici, etici e morali.

Dove da un lato la guerra è il male che lo sta distruggendo, lentamente, e dall'altro l'ambiguo mondo degli affari finanziari, del potere e dell'arricchimento. 

Mafie che dilagano, e che dei "sopravvissuti" fanno i loro business, in un campo da gioco inerme ed inerte, dove si fa fatica ad arginare la criminalità per effetto delle poche risorse destinate alle Forze di Polizia.

Dove le protezioni a coloro che combattono ogni giorno per la legalità, come tanti giornalisti, giudici, magistrati, sono diventate sempre meno efficaci e soprattutto disponibili.

E con lo sguardo che ho in questa foto del set, mi chiedo e vi chiedo:

siamo sicuri che i sopravvissuti che "accogliamo" o raccogliamo dal mare o dalle frontiere, un giorno non potremmo essere noi?

Siamo sicuri che l'individualismo sia la strada per la sopravvivenza, invece della solidarietà, cooperazione, visione comune e distintiva di un mondo dove, realmente, si possa vivere insieme?

Buona visione del video Dystopia, che spero vi piaccia, e vi spinga a commentare questo mio post.








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