giovedì 5 novembre 2015

Mettersi in gioco è l'unica strada per cambiare le cose

Si chiamano economie sociali.

Le social e sharing Economies, che contemperano quella meravigliosa capacità di mettere a disposizione le proprie competenze e risorse per la comunità.

Ed è la nuova strada che può dare la spinta alla rinascita sociale del Paese, attraverso le diverse sfaccettature che può assumere, veicoli di solidarietà, contribuzione e interazione sociale, al servizio dei cittadini, e quindi di noi stessi.

Siamo davvero convinti che l'uscita dalla crisi sia  solo una Responsabilità di chi ci governa?


Io penso di no. Percorsi di solidarietà strutturata, insieme a partecipazione civile attiva sono le strade uniche per supportare lo Stato nella ricerca di risorse nuove che possano sostenere coloro che sono in difficoltà.

E per difficoltà intendo qualsiasi settore, dalla persona meno abbiente, alla scuola dei nostri figli, dalla parrocchia alla comunità di accoglienza.

Sono stato recentemente nominato Presidente del Comitato dei Genitori, nel liceo di mio figlio.

E sono profondamente orgoglioso di mettere a disposizione della comunità le mie competenze per fare un osservatorio costruttivo nei confronti dello Stato, al fine di contemperare tutte le esigenze, siano esse quelle degli allunni, che del corpo docente. 

Dare disponibilità e competenze per aspetti culturali, di sicurezza, di salute, e strutturali, al fine di poter accelerare i processi di individuazione e valutazione delle priorità sociali e civili.

Perchè solo mettendosi in gioco oggi possiamo cambiare le cose. 

Mettere a disposizione della comunità competenze specialistiche che possano produrre valore aggiunto a costo zero, al fine di creare valore, o sostenere iniziative di solidarietà che intervengano in quelle pieghe sociali dove lo Stato fa fatica ad esserci con dinamicità, e che solo il nostro contributo di sensibilità può portare all'attenzione.

Si fa sempre prima a lamentarsi di qualcosa che non funziona rispetto al mettersi in gioco per cambiare lo status-quo. 

Ma il futuro e la strada per la rinascita non passano per il divano, per la contribuzione passiva, per la lamentela asettica, passano per la capacità di fare da collettori di valore, da catalizzatori di opportunità mettendosi in prima fila nel percorso del cambiamento, guidandolo.

Il mio è solo un esempio, ma nelle strade delle economia sociale ci sono anche le iniziative del Terzo Settore più strutturate, quelle dedicate alla realizzazione di progetti solidali, delle ONLUS,  delle cooperative e imprese sociali. 

Solo attraverso l'inclusione sociale potremo recuperare la compattezza e la capacità di credere ancora che ci sia un futuro per tutti, che si possa davvero guardare con lungimiranza verso una rinascita sociale che includa davvero tutte le componenti, che devono tenere conto anche dei fenomeni inclusivi dell'immigrazione.

Si, parlo proprio dell'immigrazione, il fenomeno epocale che ci stà coinvolgendo in modo massivo nelgi ultimi anni. 

Immigrazione vista come ricchezza e non come invasione e privazione, Fenomeni di inclusione sociale che ci devono far riflettere sulla globalità della nostra esistenza, sulla costante necessità di confrontarci con le diversità culturali, patrimonio del mondo.

D'altronde, come dico sempre, siamo tutti rifugiati in questo pianeta.

Le economie sociali quindi come volano di rinascita per rimettere in moto l'economia, per creare osservatori nuovi che consentano di produrre reddito a costo zero, di stimolare le Amministrazioni nelle aree di maggior necessità, supportando le scelte degli Amministratori locali, e la realizzazione di progetti di solidarietà ed inclusione che diano speranza e visione di un futuro sostenibile e realizzabile per tutti.











Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per il tuo commento, dopo averlo valutato sarà mia cura pubblicarlo nel più breve tempo possibile