lunedì 18 gennaio 2016

Di Bullismo si muore ancora, soprattutto dentro

E' notizia di oggi, una dodicenne ha tentato il suicidio gettandosi dalla finestra della sua cameretta.

Sono gesti estremi, definitivi, impensabili nella mente di una ragazza di 12 anni, che vittima di potenziali evidenti atti di bullismo (da accertare da parte degli inquirenti), decide di farla finita.

Penso a quanto fosse già morta dentro questa sfortunata ragazza, per arrivare ad una decisione così estrema.

Pensate se a causare il tentato suicidio della ragazzina, fosse stato un comportanmento vessatorio operato dai nostri figli. Pensateci. E non dite "non è possibile", perchè invece è possibile. Perchè i ragazzi non si rendono conto, perchè non comprendono il danno che fanno, non pensano alle conseguenze, è nostro dovere educarli in tal senso, fargli comprendere il male che possono fare. Ma dobbiamo anche noi educarci in tal senso. Avere coraggio.

Davvero pensiamo di non essere responsabili in prima persona di questa solitudine?


E' nostra responsabilità, non possiamo tirarci indietro, è la nostra società, siamo noi genitori, la scuola, le istituzioni tutte che non possiamo restare indifferenti, all'indifferenza.

Bullismo, prevaricazione, coercizione, vessazioni, anche le più banali sono tutti atti che fanno parte di un processo killer, dove alla base di tutto sta la crescita dei nostri ragazzi, e quella ricerca di affermazione ed identità propria dell'età adolescenziale.

E parlo sia per chi il bullismo lo subisce che per chi lo professa. 

Infatti, ciò che reputo fondamentale in questo è il nostro osservatorio attivo, è il nostro modo come genitori di attivare tutti i recettori possibili per intercettare da un lato il disagio di un nostro figlio che subisce atti di intimidazione, e dall'altro, aspetto che richiede il massimo della consapevolezza, la capacità di capire  - e soprattutto accettare - che sia nostro figlio l'autore dei gesti di bullismo.

Perchè spesso noi genitori tendiamo a giustificare i comportamenti dei nostri figli, giustificarli di fronte alla scuola, agli amici, ma soprattutto, giustificarli di fronte a noi stessi.

Perchè ci vergognamo, perchè non è possibile, perchè, perchè...perchè siamo ipocriti spesso, inadeguati talvolta, ed abbiamo fondamentalmente paura dei lati dei nostri figli che non conosciamo.

E giustificandoli, non saremo mai in grado di aiutarli.

Siamo sempre di corsa, presi dalle mille cose da fare, non abbiamo un buon rapporto con internet, i telefonini se non per ciò che riguarda la nostra vita "social", ci occupiamo poco dei temi scolastici dei nostri figli, non andiamo mai ai colloqui (la partecipazione dei genitori alla vita scolastica dei figli è bassissima, ve lo dico per esperienza personale), non conosciamo chi frequentano, non abbiamo mai parlato con i genitori dei loro amici, e così via. Tutti aspetti che contribuiscono all'isolamento dei nostri figli, e soprattutto al nostro.

Ma quanti "pezzi del mondo" dei nostri figli realmente conosciamo?

Famiglia, scuola, amici, web...a volte ci fermiamo al primo, talvolta siamo consapevoli del secondo, spesso all'oscuro del terzo, ma sono certo che neanche il 30% di noi sa come si organizzano i nostri figli nelle relazioni web fra chat sui cellulari, playstation, e internet.

Tralascio la famiglia, che do per scontato sia uno degli ambienti che meglio riusciamo a percepire, e mi soffermo su alcuni altri nei quali spesso cadiamo in trappola, pensando che il livello di coinvolgimento che abbiamo sia sufficiente, e purtroppo spesso non lo è.

La scuola è importante, e la nostra partecipazione attiva è fondamentale per il recupero delle lacune informative di uno dei pezzi del mondo che vivono i nostri figli. La Scuola osserva i nostri figli nei loro comportamenti più genuini, ed è una cartina al tornasole fondamentale. Il dialogo aperto con i professori, l'ascolto ed il confronto, soprattutto quando ci vengono trasferite le informazioni scomode, è di estrema importanza. E' li che si riesce a fare la differenza e si può intervenire se i nostri ragazzi imboccano delle strade sbagliate, da correggere. E credetemi, uno dei problemi più grossi in questo senso, è la comprensione che siano strade sbagliate.

Infatti è il senso del giusto e sbagliato che spesso non è stato acquisito. Spesso si passano per "scherzi" atteggiamenti vessatori che alla lunga creano veri e propri percorsi di bullismo, a nostra insaputa. Atteggiamenti che se chiedete ai vostri figli, spesso non vengono considerati tali in quanto parte di un contesto che li considera spesso scherzi, provocazioni lievi e non invece aspetti gravi che ledono la dignità dei propri compagni. 

Ed allora bisogna avere coraggio, trovare la giusta strada affinchè si stigmatizzino i comportamenti dei nostri figli, cercando soprattutto di capire quanto siano dettati dalla volontarietà di trasgredire alle regole, e quanto dalla cattiva interpretazione o non conoscenza delle regole stesse. Non è facile, ma è fondamentale per prevenire fatti come quelli che ho raccontato all'inizio. 

Ed è in questo senso che abbiamo la grande opportunità dell'osservatorio scolastico, che ci può consentire interventi efficaci per reindirizzare i nostri ragazzi nei percorsi corretti, inserendo quel concetto non acquisito di "giusto" e "sbagliato" che spesso manca.

Il tema del WEB lo avevo già trattato in dettalgio parlando del rapporto fra genitori e figli nell'era del Web in un mio articolo su Teamforitaly, che trovate nel link, e che trovo ancora estremamente attuale. 

Vi invito a leggerlo in quanto contiene diversi spunti utili di riflessione, e vi riporpongo qui un passo:

"Serve quindi avere prima di tutto fiducia in loro (i nostri figli ndr), nella loro capacità di discernimento e nella loro selettività, aspetti che possono sperimentare principalmente in famiglia, e che quindi è nostro compito promuovere come messaggio intrinseco di comportamento nella relazione con il mondo che li circonda"

Anche nella parte di vita WEB dei nostri figli ci sono metodi e modalità per riuscire a seguirli a distanza, documentandosi, leggendo sulle tendenze dei giovani circa le frequentazioni su tipologie di chat come "Ask.fm", che sono decisamente destabilizzanti, o altri aspetti sociali. Oggi abbiamo tutto a portata di mano, e non abbiamo più alibi per dire che non eravamo in grado di comprendere. Abbiamo poi uno degli strumenti più efficaci che i genitori possano utilizzare: le domande. 

Acculturarsi prima, e poi fare domande mirate, per capire se i nostri ragazzi sono parte di quel contesto  social o ne sono all'oscuro. Aprirsi al dialogo, farsi vedere competenti e sul pezzo, accettare anche aspetti negativi dei loro racconti, ma sempre e comunque confrontarsi e cercare di avere la loro fiducia, facendoli aprire. 

Un'altro aspetto è fare network fra genitori, non avere vergogna di raccontare aspetti anche negativi dei nostri figli, ma confrontarsi e aiutarsi con le competenze diverse. Fra noi, ognuno ha le sue competenze e le sue esperienze, e facendo network ci si può davvero aiutare ed aiutare i nostri figli.

Non ci si può quindi più permettere nessuna distrazione nel percorso educativo dei nostri ragazzi, dobbiamo cercare le strade più giuste, le sintonie migliori, i veicoli e gli strumenti più adatti per salvaguardare la fonte più importante che abbiamo, il tesoro unico che ci consente di essere presenti con loro: il dialogo.

Dialogo con loro, renderci partecipi della loro vita, sostenerli, spronarli e incoraggiarli, e dialogo con il loro mondo, dalla scuola agli amici, cercando di comprendere anche le modalità di relazione con la dimensione immateriale che è il web, nella quale loro vivono gran parte della loro vita. Per loro è spesso la vita stessa, perchè con quella dimensione creano le loro relazioni. Ma attenzione, le relazioni sono vere, e non virtuali. Ed è questo che spesso sottovalutiamo: loro al telefonino non perdono tempo, ma dialogano con i loro amici. Facciamo attenzione a questo. 

Ed oggi dobbiamo fare un salto di paradigma per riuscire a capire quando i nostri figli sono vittime, ma anche quando, a volte inconsapevolmente, diventano carnefici. 

Ricordiamolo, sempre. 










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