venerdì 1 gennaio 2016

Recensione dello spettacolo Degni Di Nota, tra Gaber e Brassens


Teatro e musica, la formula che rende la nuova produzione del Teatro Menotti molto affascinante. 




Un'eclettica e bravissima Andrea Mirò, insieme ad un esilarante e travolgente Alberto Patrucco hanno messo in scena Degni di Nota, un percorso musicale-teatrale che ripercorre i pensieri e le note di due poeti musicanti anticonformisti come Georges Brassens e Giorgio Gaber. Due "Giorgi" che si accomunano nella satira, dai suoi risvolti "contro" ad ampio spettro, attuali e contemporanei ancora oggi.

Essenziale la realizzazione musicale ma di grande effetto, con musicisti di spessore come Daniele Caldarini, Francesco Gaffuri e Beppe Gagliardi, che supportano meravigliosamente le performance musicali e teatrali dei due mattatori sul palco.


Lo spettacolo è scritto da Alberto Patrucco insieme ad Antonio Voceri, e si snoda con grande maestria fra i pensieri lungimiranti dei due grandi artisti intersecati da un'attualità e contemporaneità della parte recitativa, che crea ponti concettuali di grande spessore teatrale, davvero unici.


Due interpreti diversi e complementari la Mirò e Patrucco, dove il ritmo musicale si fonde perfettamente con quello teatrale, dando vita a un percorso esplorativo che tiene sempre appassionati e piacevolmente interessati gli spettatori.

Dal piano alla chitarra, ma anche dal canto alla recitazione, Andrea Mirò lascia ammirati per la sua grande capacità interpretativa sia vocale che musicale, perfetta nel ritmo e di grande espressività.


Istrionico, travolgente e pungente Alberto Patrucco regala in questo spettacolo con grande maestria recitativa una satira ficcante ed attuale, colorata ed esilarante, che spazia dai temi più leggeri del gossip, a quelli più delicati degli aspetti economici e finanziari, muovendosi in sinergia perfetta con i testi dei due autori, che con questo "ponte" verso il presente, vengono resi immensamente attuali e contemporanei.


E quindi si viaggia dai ritmi più introspettivi di Brassens, sempre sferzante e pungente, a quelli più movimentati e sofisticati di Gaber, in un perfetto alternarsi dove i due autori vengono resi complementari da una scelta testuale azzeccata, fra cinismo e sarcasmo, fra sottili ironie e beffarde allegorie.

Bellissima la realizzazione scenica, dove la musica trova davvero nelle parole la sua dimensione ottimale e viceversa, e le capacità teatrali e musicali dei due interpreti vengono esaltate mirabilmente, in un connubio efficace, diretto, senza barriere che arriva dritto allo spettatore rendendolo parte integrante dello spettacolo stesso.

Uno spettacolo che porta in teatro lo stile e la classe, e che rende egregiamente merito all'arte in quanto espressione del pensiero e dell'anima, meritando di essere presentato nei teatri più importanti d'Italia.






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